compenso prestazioni occasionali

Ricevuta di prestazione occasionale: che cos’è?

Con il sempre minor numero di lavori dipendenti ed il crescere di altri tipi di collaborazioni, la ricevuta per prestazione occasionale ha fatto capolino sempre di più nella vita degli italiani. Questa ricevuta viene usata per tantissimi rapporto di lavoro non dipendente, per studenti, casalinghe, pensionati, o per chi abbia già un lavoro e cerchi una seconda entrata.
Per non fare degli errori, bisogna sapere quando possa essere usata la ricevuta di prestazione occasionale e quando invece è meglio aprire partita iva.

Il lavoro autonomo occasionale, disciplinato ai sensi dell’articolo 2222 del Codice Civile italiano, definisce il lavoro di quel soggetto che svolge, per un committente, un’opera o servizio senza vincolo di subordinazione e con lavoro prevalentemente proprio.  Dato che si tratta, appunto, di un lavoro occasionale, non richiede la partita IVA.

Il lavoro in questione non deve superare i 5000 euro annui lordi, anche derivanti dal lavoro per più committenti; se si supera questa cifra bisogna iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS.
Per esempio, se nel corso dell’anno si percepiscono 7mila euro per lavori occasionali, ci si deve iscrivere alla Gestione Separata ed i contributi previdenziali vanno versati solamente sulla differenza fra il massimo (5mila euro annui) e la somma dei compensi (7mila) e quindi solamente su 2mila euro, con le stesse aliquote previdenziali in vigore al momento.

La ricevuta di prestazione occasionale consiste in un documento che va creato ogni qualvolta venga svolta un’attività di prestazione occasionale, e sostituisce la fattura.
Ai sensi della legge, essa è esente da IVA ma deve contenere una serie di adempimenti che sono: il nome del prestatore di lavoro, con codice fiscale, indirizzo, luogo e data di nascita; gli stessi dati per il committente (eventualmente la partita IVA, se posseduta, in luogo del codice fiscale); la descrizione dell’attività svolta, il compenso al lordo, la ritenuta d’acconto (che ammonta al 20%), il compenso al netto della ritenuta e infine la data e luogo e firma del prestatore.

È bene notare che se l’importo della prestazione supera i 77,47 euro, all’originale della ricevuta va apposta una marca da bollo di due euro.
Entro il giorno 16 del mese successivo, il committente se sostituto d’imposta dovrà versare la ritenuta d’acconto con il modello F24.
Se invece la prestazione occasionale è fra due privati cittadini, e non fra un cittadino ed un soggetto che è sostituto d’imposta, non va applicata la ritenuta.