Il settore dell’intra-logistica ogni anno registra numerosi casi di infortuni, incidenti e malattie professionali.
Questa tendenza viene confermata dal segretario generale della Filt Cgil Alessandro Rocchi che commenta con queste parole i dati raccolti dall’indagine “La sicurezza non è una ruota di scorta” realizzata dal sindacato di categoria insieme al Patronato Inca, e riguardante infortuni e malattie professionali, specificatamente, nel settore dei trasporti:
“Da tempo sosteniamo che il fenomeno delle malattie professionali è notevolmente sottostimato anche in ambito trasportistico. Molte malattie professionali sono il risultato di una costante usura da lavoro, determinata soprattutto dalla fatica e dallo stress”.
In Italia la prima causa di assenteismo è il mal di schiena, si stima che 8 persone su 10, almeno una volta nella vita, ne abbiano subito le conseguenze e siano stati costretti a prendersi dei giorni di malattia. Risulta, nel settore dei trasporti, la seconda causa per malattia professionale.
Cosa si intende per malattia professionale? La definizione la ritroviamo nel sito dell’INAIL che riporta:
“una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo). La stessa causa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente: il Testo Unico, infatti, parla di malattie contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose”.
Qualsiasi caso di malattia professionale deve essere riconosciuto dall’INAIL che deve conferire al soggetto interessato un indennizzo economico e coprire le spese necessarie alla riabilitazione. Ma non basta, il lavoratore deve provare di aver svolto in modo continuativo e non occasionale l’attività che l’ha portato a sviluppare la malattia professionale (rientrante in specifiche tabelle dell’INAIL).
Come malattie professionali possiamo trovare ad esempio l’ernia discale, l’ernia lombare, la sindrome del tunnel carpale, la tendinite, la sordità da rumore e molte altre.
Le patologie professionali, soprattutto a carico della schiena, sono molto frequenti, dispendiose per le aziende e per l’INAIL.
Gli strumenti per prevenire questa tipologia di disturbi ci sono eccome, solamente che le aziende tendono a non investire o a tralasciare questo aspetto, subendone le future conseguenze.
Gli strumenti, atti ad evitare infortuni e incidenti, sono i carrelli saliscale elettrici, i muletti, i carrelli elevatori e i transpallet. Questi ultimi sono l’ideale se si lavora in un ambiente molto ampio e si devono spostare pesanti e grosse quantità o se ci dedica principalmente allo stoccaggio delle merci.
Per effettuare consegne o trasportare pesi fino a 250 kg su scala, il mezzo ideale è il carrello saliscale a 3 ruote. È facile da manovrare, passa anche sulla scale strette ed è gestibile da un solo operatore. Se non si vuole investire molto denaro si può optare per l’acquisto di un carrello saliscale elettrico usato, nel mercato se ne trovano numerosi.
L’azienda che offre i migliori carrelli saliscale usati di qualità, totalmente rigenerati e garantiti per 6 mesi dal momento dell’acquisto è la la Mario snc di Padova.
L’azienda Mario snc, da oltre 25 anni, progetta e realizza carrelli saliscale elettrici ad uso industriale, per il trasporto di serramenti, infissi, porte blindate, elettrodomestici, mobili, fotocopiatrici, distributori automatici, feretri, bombole per l’ossigenoterapia etc.
È importante per le aziende dotare i propri dipendenti di tali dispositivi per tutelare la loro sicurezza e salute sul posto di lavoro: l’investimento di oggi è il risparmio di domani.