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Riforma costituzionale 2016

L’8 aprile del 2016 il Governo Renzi presenta in Parlamento la riforma costituzionale redatta dal Ministro Maria Elena Boschi, sulla quale viene promosso referendum confermativo in data 4 dicembre 2016. Diversamente dal referendum abrogativo, per cui vale quanto stabilito dall’art 75 della costituzione, il referendum del dicembre 2016 sarà un referendum confermativo, il quale sarà valido qualsiasi sarà il numero degli elettori accorsi alle urne, e indipendentemente dal raggiungimento di un certo quorum. Al di là di tali precisazioni, bisogna tuttavia comprendere in cosa consista questa riforma costituzionale, al fine di esprimere poi un giudizio razionale sulla sua portata.

I QUESITI REFERENDARI

Al momento dell’apertura della scheda, il cittadino votante dovrà esprimere il proprio assenso o il proprio diniego rispetto a tre diversi quesiti referendari:

  • Abolizione delle provincie;
  • Abolizione dello CNEL, cioè del consiglio nazionale dell’economia e del lavoro;
  • Superamento del Bicameralismo paritario e abolizione del senato, per come noi lo conosciamo.

Proprio quest’ultimo punto costituisce in realtà il nodo del testa della riforma costituzionale. L’obiettivo proposto con la riforma è infatti quello di passare da un bicameralismo perfetto, in virtù del quale i due rami del parlamento ( camera e senato) dispongono degli stessi poteri, ad un bicameralismo imperfetto, in ragione del quale la nuova camera del Senato verrà in essere come sotto-ordinata rispetto alla camera dei deputati. La sua funzione primaria sarà quella di costituire un punto di raccordo tra le decisioni della macchina statale, prese per di più dalla camera dei deputati, e le singole realtà locali, rappresentate ed espresse proprio dai 100 senatori.

IL NUOVO SENATO E IL NUOVO ART 70 DELLA COSTITUZIONE

Il Senato, alla luce della riforma, verrà in essere come una camera ad elezione indiretta, costituita da consiglieri regionali e da sindaci per un numero pari a 100 componenti. Le sue funzioni saranno notevolmente diverse da quelle attualmente svolte, ed in ogni caso definite e puntualizzate dal nuovo art 70 della costituzione. Protagonista assoluta della funzione legislativa sarà la prima camera, mentre al Senato sarà consentito esprimere eventuali modifiche a quanto approvato dai deputati, modifiche tuttavia soggette all’accettazione da parte della camera. La riforma costituzionale pertanto modificherà completamente non solo i rapporti tra i due rami del nostro parlamento, ma anche l’iter legislativo per l’approvazione di nuove leggi, e non a caso proprio sotto questo profilo il testo della riforma ha previsto canali privilegiati per l’emanazione e l’approvazione dei decreti legge.